Nell’occhio normale ci sono due strutture responsabili della refrazione, deputate cioè alla messa a fuoco delle immagini provenienti dal mondo esterno: la cornea ed il cristallino (vedi figura a destra). La prima è la parte più anteriore dell’occhio e ne costituisce parte della superficie anteriore. Il cristallino, invece, è situato all’interno dell’occhio, dietro alla parte colorata (l’iride). Sia la cornea che il cristallino devono essere perfettamente trasparenti per garantire una visione ottimale. Tuttavia, mentre la cornea mantiene tale trasparenza per tutta la vita, il cristallino con il passare degli anni subisce una serie di trasformazioni che ne compromettono la trasparenza.

LA CATARATTA

La perdita di flessibilità si accompagna con il tempo alla perdita di trasparenza. Dopo i 50 anni il cristallino assume gradualmente un colore giallastro, che aumenta con il trascorrere degli anni, sino a trasformarsi in una vera e propria opacizzazione, la cataratta.
Non tutte le cataratte si sviluppano nello stesso modo. In alcuni casi l’opacizzazione interessa prevalentemente il nucleo, cioè la parte centrale, del cristallino. In altri casi la corticale del cristallino, cioè la parte esterna. Solo nei casi più avanzati si giunge alla perdita completa di trasparenza (cataratta totale).

Inoltre, benché la cataratta sia di norma una patologia bilaterale, non è raro che si sviluppi in maniera asimmetrica.

Quali sono i sintomi?

Lo sviluppo della cataratta determina un graduale annebbiamento visivo; sintomi comuni sono inoltre rappresentati da una miopizzazione (paradossalmente si può ricominciare a leggere da vicino!), difficoltà visive di notte quando ci si trova di fronte a fonti luminose (ad esempio fanali delle automobili), difficoltà nel distinguere i colori ed, in generale, un ingiallimento della visione. Nei casi più avanzati il deterioramento visivo può essere tale da causare la mancata percezione della luce. La cataratta non causa bruciore, sensazione di corpo estraneo o rossore agli occhi.

Quando si rende necessaria la chirurgia?

Sino ad alcuni anni fa si aspettava che la cataratta fosse “matura” per effettuare l’intervento, che veniva svolto essenzialmente per ridare luce all’occhio. La chirurgia era associata ad un decorso postoperatorio complesso, a numerose complicanze e veniva svolta in anestesia generale e pertanto si interveniva solo quando ormai la vista era quasi completamente persa. Negli ultimi 10-15 anni le indicazioni sono radicalmente cambiate e non è più necessario attendere gli stadi più avanzati, ma si può effettuare l’intervento anche in una fase molto più precoce.
L’eventuale diagnosi di cataratta da parte del vostro oculista non significa tuttavia che vi dobbiate sottoporre necessariamente all’intervento. In alcuni pazienti tale diagnosi può precedere di molti anni la chirurgia. Soprattutto se la cataratta non è molto avanzata, è possibile mantenere una visione soddisfacente cambiando gli occhiali o aumentando l’illuminazione. In linea di massima, l’intervento è consigliato quando le difficoltà visive interferiscono con le normali attività quotidiane, quali la lettura o la guida.