Il glaucoma è una patologia cronica caratterizzata da un danno progressivo del nervo ottico che può portare ad una compromissione severa della vista. Se la diagnosi e la terapia vengono eseguite precocemente, il danno permanente può essere minimo. Tuttavia, una volta che il danno si è instaurato, non esistono cure per farlo regredire.

Il nervo ottico è costituito dall’insieme delle fibre nervose (circa un milione) che connettono la retina al cervello. La sua funzione è quella di trasmettere gli impulsi generati a livello retinico fino al cervello. Nel glaucoma si ha una perdita progressiva di queste fibre, con un conseguente quadro di atrofia del nervo.

A sinistra: nervo ottico sano. A destra: nervo ottico con atrofia glaucomatosa

Le prime alterazioni visive, evidenziabili solo con gli esami strumentali, compaiono quando l’atrofia ha già interessato circa il 30% delle fibre del nervo ottico. Si tratta di aree localizzate (di solito alla periferia del campo visivo) in cui la sensibilità della funzione visiva è ridotta rispetto alla norma o scomparsa (vedi foto sotto). In tale fase il paziente non avverte alcuna difficoltà visiva, in quanto la zona centrale del campo visivo, utilizzata ad esempio per leggere, scrivere o guidare, è integra.

A sinistra: campo visivo integro (occhio sano). A destra: difetto della parte inferiore del campo visivo (glaucoma)

Se il danno del nervo ottico progredisce, le alterazioni del campo visivo progressivamente si estendono e giungono ad interessare anche l‘area centrale. E’ a questo punto che spesso il paziente si accorge delle difficoltà visive, che possono consistere sia nella mancata percezione di oggetti posti a lato sia nell’impossibilità di leggere.
Nelle fasi terminali può residuare solo un’isola centrale di visione, nel qual caso si ha la sensazione di vedere come attraverso un tubo (“visione tubulare”, vedi foto sotto), finché non scompare anche quest’ultima.

Esistono diverse forme di glaucoma, tutte accomunate dal danno al nervo ottico.

   1. Glaucoma primario ad angolo aperto. Si tratta della forma più comune. E’ caratterizzato da una pressione intraoculare superiore ai 21 mm Hg e da un’evoluzione progressiva. L’aumento della pressione intraoculare è determinato da uno squilibrio fra la quantità di umore acqueo prodotta all’interno dell’occhio e quella eliminata dall’occhio stesso. Le cause esatte di tale squilibrio sono tuttora ignote.

   2. Glaucoma a pressione normale. In alcune persone il nervo ottico subisce un danno del tutto simile a quello del glaucoma primario ad angolo aperto, nonostante la pressione intraoculare sia costantemente nei limiti della norma. Si ritiene che questo tipo di glaucoma sia causato da un’alterato afflusso di sangue al nervo ottico. Non è noto con certezza se la pressione intraoculare giochi un ruolo nella sua patogenesi. E’ stato dimostrato che un abbassamento della pressione stessa del 30% riduce il rischio di peggioramento della malattia. Tuttavia, in alcuni casi la funzione visiva continua a peggiorare nonostante l’abbassamento della pressione. Una dettagliata storia clinica (“anamnesi”) è importante in quanto  può evidenziare fattori di rischio sistemici come l’ipotensione arteriosa.

  3. Glaucomi secondari. Si sviluppano come complicanza di altre condizioni mediche, quali interventi chirurgici, infiammazioni dell’occhio (uveiti), uso prolungato di colliri contenenti cortisone, traumi, ecc, e sono sempre caratterizzati da un aumento della pressione intraoculare. Una forma relativamente comune è il glaucoma associato alla pseudoesfoliatio capsulae, patologia caratterizzata dall’accumulo di materiale biancastro all’interno dell’occhio con conseguente ostacolo al deflusso dell’umore acqueo (foto in basso a sinistra). Meno frequente è il glaucoma pigmentario, in cui l’ostacolo al deflusso dell’umore acqueo è rappresentato da pigmento proveniente dalla superficie posteriore dell’iride (foto in basso a destra).

A sinistra: pseudoesfoliatio capsulae. A destra: glaucoma pigmentario (con la retroilluminazione si osservano i difetti dell’iride, che appaiono arancioni).

   4. Glaucoma ad angolo chiuso. In questo caso l’ostacolo al deflusso dell’umore acqueo è determinato da una chiusura dell’angolo fra iride e cornea. La chiusura può essere cronica, nel qual caso l’evoluzione della malattia ricalca quella del glaucoma primario ad angolo aperto, oppure acuta. In tale evenienza si instaura un quadro clinico caratterizzato dall’improvvisa comparsa di dolore all’occhio, cefalea, nausea, vomito ed annebbiamento marcato della vista: è il cosiddetto attacco di glaucoma; l’occhio è rosso (al contrario delle altre forme di glaucoma).  Il glaucoma acuto ad angolo chiuso richiede un trattamento d’urgenza.

Attacco acuto di glaucoma: la cornea ha scarsa trasparenza (freccia bianca) e la congiuntiva è iperemica (freccia rossa)