La terapia del glaucoma consiste essenzialmente nella riduzione della pressione intraoculare. Questa viene ottenuta attraverso la somministrazione di colliri. Solo quando questi non sono più sufficienti, si ricorre alla chirurgia.
Tutti questi trattamenti mirano a conservare e non a migliorare la vista, né a recuperare quella già persa.

Attualmente sono in commercio numerosi colliri antiglaucomatosi. Se il vostro oculista ritiene che trarrete beneficio dalla terapia medica, si adopererà per trovare quello più adatto a voi. Egli potrà prescrivervi un farmaco o la combinazione di due o più farmaci al fine di ottenere il trattamento più efficace. Talora sono necessarie delle prove, in quanto non tutti i pazienti rispondono ad un determinato collirio oppure in alcuni casi si possono sviluppare degli effetti collaterali.
Tutti i farmaci antiglaucomatosi possono causare effetti collaterali, ma solo raramente questi sono seri. Tali effetti si possono manifestare all’inizio del trattamento e scomparire oppure possono perdurare nel tempo. E’ necessario portare il proprio oculista a conoscenza di qualunque effetto indesiderato.
Con il passare dei mesi o degli anni, i colliri per il glaucoma possono perdere parte della propria efficacia: è pertanto opportuno sottoporsi a controlli periodici della pressione intraoculare, in modo da consentire all’oculista di variare la terapia, se necessario (cambiando il farmaco o aggiungendone un altro). Ricordate che voi ed il vostro oculista dovete collaborare per determinare qual’è il farmaco più adatto per voi.

I colliri antiglaucomatosi contengono farmaci appartenenti a 4 classi differenti:

1. Analoghi delle prostaglandine
Riducono la pressione intraoculare facilitando il deflusso dell’umore acqueo. Hanno un’elevata efficacia e richiedono una sola somministrazione quotidiana. Fra i possibili effetti collaterali sono noti una iperpigmentazione della cute perioculare e più raramente del colore dell’occhio, la crescita delle ciglia, bruciore ed iperemia (rossore) della congiuntiva. Fanno parte di questa categoria:
    a.    Bimatoprost (Lumigan)

    b.    Latanoprost (Xalatan)
    c.    Tafluprost (Travatan
, Izba)
    d.    Travoprost (Travatan
, Izba)

2. Beta-bloccanti
Riducono la pressione intraoculare inibendo la secrezione di umore acqueo all’interno dell’occhio. Sono molto efficaci e richiedono due instillazioni al giorno (una ogni 12 ore). Poiché all’instillazione segue un assorbimento sistemico, questi farmaci sono controindicati nei pazienti con asma, alcune forme di cardiopatia (ad esempio blocchi di branca) e nei pazienti con ipotensione arteriosa. Fra gli effetti collaterali sono noti infatti il rischio di asma e la riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. La molecola più nota in questa categoria è il timololo, che è disponibile anche in combinazione alla magior parte degli altri principi attivi.  

3. Agonisti alfa adrenergici
Riducono la pressione intraoculare inibendo la secrezione di umore acqueo all’interno dell’occhio. Hanno un’efficacia simile a quealla dei beta-bloccanti. Il più noto è la brimonidina, che possiede anche importanti proprietà neuro-protettive. Possibli effetti collaterali comprendono reazioni allergiche, secchezza delle fauci e bruciore agli occhi. 

4. Inibitori dell’anidrasi carbonica
Riducono la pressione intraoculare inibendo la secrezione di umore acqueo all’interno dell’occhio. Sono disponibili anche sotto forma di compresse (Diamox), molto efficaci ma caratterizzate da frequenti effetti collaterali (astenia, formicolii, diarrea, ecc.). I colliri di questa classe di farmaci possono causare bruciore, sensazione di bocca amara. Comprendono:
    a.    Dorzolamide (Trusopt
)
    b.    Brinzolamide (Azopt
)