PUCKER MACULARE (MEMBRANA EPIRETINICA)

Il pucker maculare o membrana epiretinica è una patologia retinica caratterizzata dalla formazione di una membrana di materiale fibrotico che si sviluppa sulla superficie della macula. Il risultato è rappresentato da un “raggrinzimento” della porzione centrale della retina, da cui spesso deriva una distorsione delle immagini e un calo visivo, che può peggiorare nel tempo. La membrana tende infatti a “trazionare” la retina e a determinare la formazione di liquido (edema) all’interno della retina stessa. Generalmente la membrana epiretinica si presenta intorno all’età di 50 anni e possono essere bilaterali nel 20-30% dei casi.

 Immagine OCT e oftalmoscopica di un pucker maculare

Eziologia

Nella maggior parte dei casi la causa è idopatica, cioè sconosciuta. In altri casi la formazione della membrana è secondaria ad alcune patologie oculari come infiammazioni oculari (uveiti), emorragie vitreali, rotture retiniche, lasertrattamento periferico,  traumi e interventi chirurgici intraoculari.

Sintomatologia

Può essere molto variabile in base all’entità della membrana epiretinica stessa. Nei casi più lievi (maculopatia “a cellophane”) può essere del tutto asintomatica e andrebbe solo controllata nel tempo per valutare eventuali modificazioni. All’esame del biomicroscopio la membrana è rilevabile come un anomalo riflesso traslucido. All’esame OCT si può rilevare una sottile membrana che non determina alterazioni sognificative della superficie maculare.

Nei casi più gravi la membrana tende a contrarsi e a stirare la superficie retinica. Il paziente inizia ad avvertire una visione distorta (metamorfopsia) e un calo dell’acuità visiva. 
In seguito alle forze trazionali che la membrana esergita sulla retina, si può avere la formazione di edema maculare o di emorragie retiniche. 
Talvolta questa stessa trazione a livello foveale può provocare la formazione di un foro maculare. 

Metamorfopsie: visione di immagini distorte

Diagnosi

L’esame del fondo oculare associato all’esecuzione di un esame non invasivo come l’OCT (tomografia a coerenza ottica) consente di ottenere una diagnosi di certezza sulla presenza e l’entità della membrana epiretinica. L’OCT permette di valutare lo spessore retinico e la presenza di eventuali alterazioni intraretiniche dovute alla membrana stessa (edema, alterazione degli strati retinici, etc). Con l’OCT, inoltre, è possibile seguire in modo accurato l’evoluzione nel tempo della patologia.

È per questo motivo raccomandabile effettuare controlli periodici con OCT e test di Amsler per valutare l’eventuale progressione.

Trattamento

Nei casi in cui si assista ad una riduzione dell’acuità visiva e ad un aumento della visione distorta (circa 20-25% dei casi) l’unico trattamento efficace è chirurgico. L’intervento consiste nella vitrectomia e nel peeling della membrana epiretinica, associata o meno al peeling della membrana limitante interna (lo strato più esterno della retina) ed è in grado di migliorare la funzione visiva in circa i 2/3 dei pazienti. Il recupero visivo è influenzato dall’acuità visiva preoperatoria e dalla presenza di eventuali patologie associate.

I risultati dipendono dallo stadio della membrana epiretinica maculare prima dell’intervento, da eventuali patologie oculari concomitanti e dalla insorgenza di complicanze durante o dopo la vitrectomia.