RETINOPATIA DIABETICA

La retinopatia diabetica è la più importante complicanza oculare del diabete mellito e costituisce nei paesi industrializzati, la principale causa di cecità legale tra i soggetti in età lavorativa. I sintomi ad essa correlati spesso compaiono tardivamente, quando le lesioni sono già avanzate, e ciò spesso limita l’efficacia del trattamento.

Il diabete è una malattia caratterizzata da un aumento del glucosio nel sangue (iperglicemia), dovuto ad un’insufficienza assoluta o relativa di insulina (l’ormone prodotto dal pancreas che serve ad utilizzare lo zucchero nei tessuti dell’organismo).
Attualmente si distinguono due forme di diabete:
Tipo 1:  che colpisce individui giovani (anche bambini) ed è dovuto alla distruzione delle cellule ß del pancreas deputate a produrre l’insulina.
Tipo 2: che interessa soprattutto gli adulti e che è caratterizzato da un’insufficiente produzione di insulina da parte delle cellule ß e/o da un difetto di azione dell’insulina stessa.

Note epidemiologiche:
A livello nazionale non esistono ne’ dati relativi alla prevalenza ed incidenza della cecità legale (residuo visivo non superiore a 1/20 nell’occhio migliore) nei pazienti diabetici, nè un registro dei soggetti affetti da diabete mellito. Esistono tuttavia dati epidemiologici da cui emerge che almeno il 30% della popolazione diabetica sia affetto da retinopatia e che annualmente l’1% viene colpito dalle forme gravi della stessa.

I principali fattori di rischio associati alla comparsa più precoce e ad un’evoluzione più rapida della retinopatia sono la durata del diabete, lo scompenso glicemico e l’eventuale ipertensione arteriosa concomitante, sia nei pazienti con diabete di tipo 1 che in quelli di tipo 2. La prevalenza del diabete in Italia è stimata intorno al 3-4% della popolazione ed aumenta con l’età. Questo significa un numero di 180.000 soggetti  diabetici nella regione Lazio, con un numero di circa 50.000-90.000 affetto da retinopatia diabetica. Circa un caso su 10 è diabete di tipo 1. Si stima inoltre che da un terzo a metà dei casi di diabete di tipo 2 già insorto non sia ancora diagnosticato in quanto asintomatico.

I principali fattori di rischio associati alla comparsa più precoce e ad un’evoluzione più rapida della retinopatia diabetica sono: la durata del diabete, il cattivo controllo glicemico e l’eventuale ipertensione arteriosa concomitante. Il controllo glicemico è senza dubbio il più importante tra i fattori di rischio modificabili. E’ stato inoltre chiaramente dimostrato che, ottimizzare il controllo glicemico e dell’ipertensione arteriosa, quando presente, ritarda la comparsa e rallenta il peggioramento della retinopatia.

Classificazione clinica:
La retinopatia diabetica viene classificata in due forme
1. Non proliferante
2. Proliferante.

La retinopatia diabetica non proliferante (o del background) è caratterizzata da alterazioni del fondo oculare quali microaneurismi, piccole emorragie, essudati duri ed anomalie microvascolari intraretiniche (vedi foto a destra), che l’oculista è in grado di riconoscere facilmente con una visita che comprenda la dilatazione delle pupille. Soprattutto negli stadi iniziali della malattia, queste alterazioni causano disturbi visivi di lieve entità.
Col progredire della malattia può comparire l’edema maculare, cioè l’accumulo di liquido nella zona centrale della retina (la macula). L’edema maculare rappresenta la principale causa di diminuzione del visus nella retinopatia diabetica non proliferante. Esso è collegato alla presenza di alterazioni parietali (con maggior diffusione dei liquidi) ed ematiche (maggior aggregabilità delle piastrine, aumento della viscosità ematica).

La retinopatia diabetica proliferante comprende tutte quelle forme di retinopatia diabetica in cui si sviluppa una proliferazione di neovasi. Questa si verifica quando sono presenti aree ischemiche della retina, ovvero aree non più irrorate da una quantità sufficiente di sangue a causa dell’occlusione dei vasi retinici.
La retinopatia diabetica proliferante è più frequente nei pazienti giovani in cui il controllo glicemico è più difficile. Può essere uno stadio evolutivo della retinopatia diabetica non proliferante oppure comparire precocemente con la formazione di vasi neoformati. Queste neovascolarizzazioni sono formate da capillari che hanno una parete molto fragile e possono rompersi facilmente causando una emorragia vitreale (emovitreo). Le emorragie possono riassorbirsi, ma, se non si interviene con una adeguata terapia laser (mirata ad eliminare le aree di retina ischemiche), tendono a ripetersi ed in tali casi il loro assorbimento è sempre più difficile. In seguito può apparire una reazione fibrovascolare con formazione di membrane che possono penetrare nel vitreo, provocare una trazione retinica e un distacco della retina. Nei casi piu gravi vi può essere l’insorgenza di un glaucoma neovascolare.