Bologna 28 Novembre 2012 

Una diagnosi precoce del cheratocono è oggi possibile e sicura, secondo quanto pubblicato dal Dott. Savini e dal Dott. Barboni in un studio presente sul numero di novembre di Ophthalmology, la prestigiosa rivista dell’American Academy of Ophthalmology. L’articolo (cliccate sul titolo per il link) si intitola:

Use of a support vector machine for keratoconus and subclinical keratoconus detection by topographic and tomographic data

ed è uno dei frutti della collaborazione pluriennale con CSO, importante costruttore italiano di topografi e Scheimpflug cameras. Lo studio ha analizzato la capacità del Sirius, la Scheimpflug camera costruita da CSO, di diagnosticare correttamente il cheratocono ed il cheratocono subclinico. Il cheratocono consiste in una degenerazione della cornea, che perde la propria forma fisiologica e si sfianca, causando un progressivo deterioramento della visione, con comparsa di un astigmatismo irregolare, che nella maggior parte dei casi richiede l’uso di lenti a contatto semirigide, ma può esitare nella necessità di un trapianto di cornea.

 La diagnosi del cheratocono nelle sue fasi avanzate non è difficile e si basa su alcuni reperti tipicamente osservati alla lampada a fessura e sulla topografia corneale. I casi di più difficile identificazione sono invece quelli iniziali, altresì definiti come cheratocono subclinico, in cui il paziente ancora non sa di avere il cheratocono, ma l’analisi della cornea è già in grado di provarne l’esistenza. Il Sirius è stato dotato di uno specifico software, basato su un particolare tipo di intelligenza artificiale (nota come Support Vector Machine), che è in grado di identificare la presenza dei primissimi segni di cheratocono, altrimenti non identificabili. Questo software combina numerosi parametri della superficie corneale anteriore e di quella posteriore, nonché dello spessore corneale, per formulare una diagnosi di occhio normale, cheratocono o sospetto cheratocono.

I dati pubblicati sull’articolo di Ophthalmology hanno messo in rilievo che la sensibilità e la specificità di tale sistema sono oggi superiori a qualunque altro strumento disponibile sul mercato.

La possibilità di diagnosticare il cheratocono nelle sue fasi iniziali è di fondamentale importanza, in quanto qualunque segno di progressione rappresenta l’indicazione al trattamento mediante cross-linking.