Vitrectomia

La vitrectomia è una delle tecniche di micro-chirurgia oftalmica piu’ avanzate che sono state sviluppate negli ultimi trent’anni.

Il corpo vitreo è una massa gelatinosa, trasparente ed incolore che riempie i 4/5 posteriori del globo oculare, per la precisione nella camera vitrea che è lo spazio compreso tra la superficie posteriore del cristallino e la retina. La rimozione del corpo vitreo è la condizione essenziale e necessaria per poter rendere accessibile ad una procedura chirurgica la retina ed è quindi il tramite per curare le patologie retiniche.

La vitrectomia è necessaria in tutte le situazioni in cui il vitreo non sia piu’ trasparente come nelle emorragie o nelle infezioni, oppure si sia reso responsabile del formarsi di una patologia a carico della retina come il distacco della retina stessa, la retinopatia diabetica, il foro maculare e il pucker. Si ricorre alla vitrectomia anche in caso di traumi oculari penetranti con o senza ritenzione di corpo estraneo, o nel caso di complicanze di altre chirurgie oculari come nel nucleo lussato in camera vitrea a seguito di un intervento di cataratta con rottura capsulare. Anche patologie come la degenerazione maculare, le uveiti, i floaters (le “mosche volanti”), le occlusioni venose e altre, possono, in particolari casi, trarre beneficio dall’esecuzione di una vitrectomia.

La procedura

La vitrectomia è eseguita per mezzo di uno strumento (vitrectomo) che taglia e aspira il corpo vitreo. Il vitrectomo viene introdotto nell’occhio attraverso una piccola apertura nella sclera, la parte bianca dell’occhio. Insieme al vitrectomo sono necessari, uno strumento atto a illuminare la cavità oculare e un cannello d’infusione che sostituisca il liquido vitreale asportato dal vitrectomo, mantenendo costante la pressione endo-oculare. Questi strumenti accessori sono inseriti in altrettante aperture della sclera. 
Tanto piu’ piccole sono queste aperture, meno invasivo è l’intervento per l’occhio del paziente. In passato erano disponibili solo i sistemi di vitrectomia 20 gauge (circa 1 mm di diametro degli strumenti), per il cui utilizzo è necessario aprire la congiuntiva e apporre delle suture a fine interveneto. Oggi sono disponibili anche sistemi per vitrectomia miniinvasiva 25 gauge e ancora più recentemente sono stati introdotti sistemi 27 gauge con diametro dello strumento di circa 0,4 mm (clicca qui per ulteriori informazioni sulla vitrectomia 27 gauge). La riduzione progressiva del calibro degli strumenti evita la necessità di aprire la congiuntiva e di praticare larghe incisioni sclerali. In tale modo non è necessario utilizzare le suture, con grande giovamento nel post-operatorio e nel caso di re-interventi.

Il vitreo, rimosso tramite il vitrectomo, è sostituito dal liquido iniettato contestualmente alla vitrectomia. Alla fine dell’intervento, secondo le necessità , il liquido iniettato potrà essere lasciato in sede o sostituito da aria, gas o olio di silicone.  Sia l’aria sia il gas sono riassorbiti spontaneamente dall’occhio nel giro di alcuni giorni e sostituiti dall’umor acqueo, un fluido prodotto dall’occhio stesso.  Al contrario, l’olio di silicone, va rimosso con un secondo intervento.

I chirurghi dello Studio Oculistica d’Azeglio sono oggi in grado di avvalersi di tutte le tecniche sopra menzionate dopo periodi di collaborazione e perfezionamento al Bascom Palmer Eye Institute di Miami dal Dott. William E. Smiddy e al VMR Institute di Los Angeles dal Dott. Jerry Sebag.

Piero Barboni, Giacomo Savini e Michele Carbonelli al Bascom Palmer Eye Institute di Miami con il Dr. Smiddy (il terzo da destra nella foto a sinistra)